Verso una nuova Europa “MANIFESTO DEL PSE”

Manifesto PSE
 Congresso Elettorale del PES del 1 Marzo 2014 a Roma
Verso una nuova Europa  Bandiere europee
Crediamo fermamente che l’Unione europea debba cambiare. A maggio, con le elezioni per il Parlamento europeo, il tuo voto ci fornirà l’opportunità di realizzare l’UE che tutti i cittadini meritano. Un’ Europa che progredisce, un’ Europa che protegge, un’ Europa che raggiunge risultati eccellenti. I partiti della nostra famiglia politica, presenti nei 28 paesi membri, si impegneranno a fondo per riuscire a garantire un futuro più sicuro per i cittadini. La destra ha creato un’Europa caratterizzata da un clima di inquietudine e austerità. Nel corso degli ultimi 5 anni, connotati dalla presenza di una maggioranza conservatrice al potere nell’UE, ci siamo battuti per un’ Europa forte, socialmente equa e democratica. Ora è giunto il momento di passare alla guida dell’Europa e, per farlo, abbiamo bisogno del tuo sostegno, del tuo aiuto e del tuo voto.
Il nostro programma per il prossimo quinquennio dell’Unione europea prevede il ritorno alla creazione di posti di lavoro, a un’economia produttiva e a un senso di comunità e di rispetto per le persone. Desideriamo concentrare il nostro impegno su di voi, in quanto cittadini ed elettori, e ridare speranza ai nostri giovani.
Per la prima volta, a maggio, potrai esprimerti su chi governerà l’ Europa. Avrai la possibilità di votare per il prossimo Presidente della Commissione europea. Per cambiare l’attuale maggioranza di destra nell’Unione, gli unici voti che faranno la differenza saranno quelli espressi a favore dei Socialisti europei, dei Socialdemocratici, dei Laburisti, dei Democratici e Progressisti.
I. Un’Unione che progredisce
1. È ora di mettere l’occupazione al primo posto
Questa è la nostra principale priorità. I cittadini europei, uomini e donne, devono avere un lavoro dignitoso che consenta loro di avere una buona qualità di vita. Tuttavia, le cifre lasciate in eredità dalle politiche economiche attuate negli ultimi cinque anni parlano da sole: circa 27 milioni di europei non riescono a trovare un lavoro, di cui circa un quarto è composto da giovani. Ad oggi 120 milioni di cittadini in Europa vivono al limite della soglia di povertà o al di sotto di essa. La creazione di posti di lavoro per i giovani è una sfida che distinguerà il nostro operato, per questa generazione e per quella successiva, e rimarrà una priorità fondamentale del nostro impegno a lungo termine a favore della piena occupazione. L’attuazione del nostro programma di “Garanzia per i giovani” è di importanza cruciale per la nostra strategia a favore dell’occupazione. Per avere risultati in questo ambito, aumenteremo considerevolmente gli stanziamenti di bilancio ed estenderemo il programma a tutti coloro che hanno meno di 30 anni. Per creare posti di lavoro introdurremo un’ ambiziosa politica industriale e sosterremo la nostra economia sociale, così come le piccole e medie imprese. Inoltre, promuoveremo le tecnologie verdi innovative e miglioreremo il rendimento delle nostre economie. Intendiamo porre fine al dumping sociale, interrompendo lo sfruttamento dei lavoratori europei e il diffondersi di contratti precari che danneggiano molti di essi. Vogliamo promuovere la giustizia sociale. Continueremo a insistere sull’attuazione di norme rigorose volte a garantire la parità
salariale per coloro che svolgono lo stesso lavoro, nonché la tutela dei diritti dei lavoratori e la qualità del lavoro. Ci adopereremo per rafforzare i diritti delle organizzazioni sindacali, il dialogo sociale e le leggi antidiscriminatorie. Miglioreremo la tutela dei lavoratori che vengono trasferiti in un altro paese, revisionando il testo della direttiva sul distacco dei lavoratori e promuoveremo una cooperazione migliore a livello europeo in materia di ispezioni del lavoro. Introdurremo un salario minimo dignitoso in tutta Europa, stabilito per legge oppure attraverso una contrattazione collettiva. I posti di lavoro che creeremo dovranno consentire a tutti i cittadini di partecipare dello sviluppo economico a un livello paritario. Tutti gli accordi commerciali, compreso quello attualmente in fase di negoziazione con gli Stati Uniti, devono prevedere la tutela dei diritti umani e sociali degli individui, posti di lavoro dignitosi, standard ambientali, la cultura, nonché la responsabilità sociale delle imprese e il commercio equo e solidale.
2. E’ ora di far ripartire l’economia
Le politiche esclusivamente mirate all’austerità hanno danneggiato le nostre economie, punendo chi ha avuto meno responsabilità nella crisi. Per creare posti di lavoro e far ripartire l’economia, attribuiremo un’importanza prioritaria all’innovazione, alla ricerca, alla formazione e alla politica di reindustrializzazione intelligente, per far sì che le eccezionali scoperte fatte nei laboratori e nelle università europee possano trasformarsi in un maggior numero di posti di lavoro in Europa. La soluzione che proponiamo prevede maggior margine di manovra per gli investimenti effettuati attraverso i bilanci nazionali, in grado di far espandere la nostra economia piuttosto che farla arretrare. Se, da un lato, la crisi ha dimostrato che la moneta unica è in grado di agire efficacemente da ammortizzatore, dall’altro, gli ultimi 5 anni hanno reso evidente che la realizzazione dell’Unione economica e monetaria è ancora incompleta. È inoltre emersa l’importanza di condividere reciprocamente le responsabilità e i diritti all’interno della zona euro. Ci impegniamo a ridurre i disavanzi in modo sostenibile ed equo, gestendo il debito pubblico europeo attraverso nuovi strumenti. Intendiamo attuare un reale coordinamento delle politiche economiche e fiscali della zona euro, tenendo in considerazione le conseguenze sociali di tali decisioni per la comunità. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali devono mantenere la propria sovranità ed essere coinvolti appieno nell’esercizio del controllo democratico di queste politiche. L’operato della Troika in questo ambito si è rivelato fallimentare. Al termine delle missioni della Troika, sarà necessario creare un altro regime compatibile con i trattati UE che sia democratico, socialmente responsabile e affidabile. Vigileremo con rigore sull’utilizzo del denaro pubblico, riducendo gli sprechi e incanalando le risorse in modo tale da ricavare il miglior valore possibile per i cittadini europei. La lotta contro le frodi e l’evasione fiscale (il cui volume ammonta a circa 1 trilione di EUR all’anno) e la concorrenza fiscale rappresentano priorità cruciali per ottenere un sistema fiscale equo. Intendiamo dimezzare l’evasione fiscale entro il 2020 e inasprire i controlli sui paradisi fiscali. Promuoveremo, inoltre, norme fiscali in grado di garantire trasparenza e di lottare contro l’evasione fiscale.
3. Porre il settore finanziario a servizio dei cittadini e dell’economia reale
I cittadini europei hanno dovuto pagare per gli errori e l’irresponsabilità di un settore finanziario non regolamentato. Il salvataggio delle banche è costato 1,6 trilioni di EUR, prelevati dalle tasche dei contribuenti. In 5 anni, il settore finanziario ha dichiarato di aver appreso dai propri errori. Ci assicureremo che le banche non azzardino più con la vita dei cittadini. Dobbiamo invece agire attivamente per porre in essere un quadro di riferimento che consenta al settore finanziario di lavorare per l’economia reale e di mettersi al servizio della società. La normativa obbligherà le banche a servire le comunità invece di impoverirle. Gli investitori dovrebbero essere considerati responsabili per le perdite e non soltanto per i guadagni delle banche. Regolamenteremo ulteriormente il settore bancario, freneremo la speculazione finanziaria e disporremo adeguate barriere tra le banche commerciali e le banche d’investimento. Fisseremo un tetto per i bonus ai banchieri, oltre ad accelerare l’introduzione dell’imposta sulle transazioni finanziarie, che abbiamo sostenuto per anni, in
quanto riteniamo rappresenti un contributo equo da parte del settore finanziario a favore della società. Inoltre, insisteremo sull’istituzione di una agenzia di rating del credito pubblica e indipendente. Continueremo a impegnarci a favore della realizzazione di una solida Unione bancaria concepita per tutelare i cittadini europei e garantire un accesso paritario al credito in Europa.
4. Verso un’Europa sociale
La destra ha fatto ricorso a politiche neoliberiste per tagliare gli aiuti che dovevano servire ai cittadini per riprendersi in seguito a un periodo difficile. Ci batteremo per un’Europa che non lasci indietro nessuno. Un reddito dignitoso, un’istruzione di qualità e accessibile, la qualità degli alloggi (compresi quelli popolari) e dell’assistenza sanitaria, all’infanzia e agli anziani, nonché l’adeguatezza delle pensioni: tutti questi aspetti rappresentano componenti fondamentali delle nostre società. Per raggiungere questi obiettivi, l’UE è chiamata a sostenere gli Stati membri negli sforzi volti a garantire una ridistribuzione equa ed efficace della ricchezza e delle opportunità. È fondamentale fissare obiettivi inderogabili in materia di occupazione, istruzione e coesione sociale. Gli obiettivi di politica sociale devono essere rispettati in tutte le politiche comunitarie. È nostro compito garantire che l’UE sia una reale Unione sociale, oltre che un’Unione economica: le libertà economiche non possono essere tenute in maggior conto rispetto ai diritti sociali. Daremo ai cittadini europei l’opportunità di sviluppare appieno il proprio potenziale investendo nell’istruzione, nelle competenze, nell’assistenza all’infanzia, nell’educazione permanente, nella cultura, nella mobilità degli studenti, nella ricerca e nella conoscenza.
II. Un’Unione che protegge
5. Un’Unione di uguaglianza e di diritti delle donne
Il principio di uguaglianza deve essere al centro del concetto stesso di cittadinanza europea. Vivere in una società più equa è un vantaggio per tutti. Garantire, promuovere e migliorare i diritti delle donne e la parità di genere sono tra le nostre maggiori priorità. Dobbiamo assumere un impegno inderogabile per porre fine alle disparità di salari e pensionionistiche dovute al genere. La violenza contro le donne deve cessare. La conciliazione tra vita professionale e vita lavorativa deve significare promuovere un bilanciamento tra le due dimensioni e non un sacrificio dell’una a favore dell’altra. Inoltre, è necessario tutelare, in modo insistente e con vigore, la libertà di scelta delle donne e il loro accesso ai diritti in materia di sessualità e di procreazione, contrapponendosi alla posizione dei conservatori. Lotteremo implacabilmente contro qualsiasi forma di razzismo, sessismo, omofobia, transfobia e intolleranza. Sosteniamo i valori di uguaglianza e non discriminazione e crediamo fermamente che le donne e gli uomini debbano poter condividere ugualmente il lavoro, il potere, il tempo e i ruoli nella sfera pubblica e in quella privata. Tuteleremo i diritti e il benessere dei bambini, garantiremo che a nessuno venga negato un posto di lavoro, una posizione, un futuro o qualsiasi altro diritto fondamentale a causa del colore della propria pelle, dell’orientamento sessuale, dell’ identità, della religione, dell’età, del genere, della disabilità, delle convinzioni politiche o di qualsiasi altra forma di discriminazione.
6. Un’Unione della diversità
In opposizione all’escalation di estremismi, ci batteremo per un’Europa che rispetti i diritti e gli obblighi di ciascuno, che non sia fondata sul pregiudizio, sull’odio e sulla divisione. Ciascun cittadino deve poter avere l’opportunità reale di partecipare e contribuire alla società in cui vive. La libertà di circolazione è un diritto, nonché un principio fondamentale dell’UE. È necessario rispettare i diritti dei cittadini e delle loro famiglie riconosciute legalmente, lottando al contempo contro le frodi e gli abusi. Gli Stati membri devono mostrare una reale solidarietà in materia di politiche di migrazione e di asilo, per
evitare che si verifichino altre tragedie umane, e mettendo a disposizione risorse sufficienti. Per salvare vite, l’Europa e i suoi Stati membri sono chiamati ad agire in maniera solidale, dotandosi dei meccanismi adeguati per condividere le responsabilità. Vogliamo politiche di integrazione e di partecipazione efficaci e meccanismi di assistenza ai paesi da cui partono i migranti. La lotta alla tratta di esseri umani deve essere intensificata.
7.Una vita sicura e sana per tutti
I cittadini europei meritano di avere una vita sana e sicura. Intendiamo introdurre normative che conferiscano più potere ai consumatori. Tuteleremo il diritto dei cittadini europei a disporre di alimenti sani, prodotti sicuri e di vivere in un ambiente sicuro. Riconosciamo il ruolo strategico dell’agricoltura e della pesca per le nostre società e intendiamo promuovere uno sviluppo dell’agricoltura sostenibile e florido. L’UE deve adattarsi alle nuove sfide, soprattutto nell’ambito dell’agenda digitale, garantendo un accesso diffuso a Internet. Abbiamo bisogno di una normativa comunitaria efficace in materia di protezione dei dati personali dei cittadini e di accesso all’informazione. È fondamentale trovare il giusto equilibrio tra privacy, libertà e sicurezza. L’UE dovrebbe garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza promuovendo la cooperazione nella lotta al crimine organizzato e transfrontaliero.
III. Un’Unione che raggiunge risultati eccellenti
8. Maggiore democrazia e partecipazione
Per la prima volta nella storia dell’UE, gli elettori potranno esprimersi e designare il Presidente della Commissione europea. Siamo orgogliosi di poter guidare questo passaggio concreto verso un’Europa più democratica e di aver aperto una strada che anche altri partiti politici hanno intenzione di seguire. L’UE è un’unione politica che garantisce l’uguaglianza dei propri cittadini e la parità dei propri Stati membri. I cittadini europei, la società civile e gli attori sociali devono godere di una partecipazione completamente democratica e devono poter esercitare un controllo sulle decisioni dell’Unione europea. In quanto istituzione europea che rappresenta i cittadini, promuoveremo un ruolo di spicco per il Parlamento europeo con poteri legislativi, di bilancio e di controllo democratico. Le decisioni devono essere prese al livello più adeguato, regionale, nazionale o comunitario, nell’interesse dei cittadini europei. Tutte le politiche devono essere efficienti, rispettare i valori democratici, combattere la corruzione ed essere al servizio dei cittadini in maniera chiara e trasparente. Attueremo strumenti di risposta comunitari efficaci per le violazioni dei diritti fondamentali, della democrazia e dello stato di diritto.
9. Un’Europa verde
L’UE deve riacquisire il ruolo di leader mondiale nella protezione della natura e delle risorse naturali, nonché nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Perché ciò accada, è necessario cooperare con i nostri partner a livello globale e fungere da modello. Sosterremo le tecnologie pulite e i processi di produzione ecocompatibili. Con l’avvicinarsi della scadenza fissata al 2020, sosterremo la definizione di obiettivi ulteriormente vincolanti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per aumentare il consumo di fonti di energia rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica. Promuoveremo il ricorso a Project Bonds per finanziare gli investimenti validi a favore dell’economia verde, dell’energia rinnovabile e della tecnologia. I modelli di produzione, consumo e mobilità devono essere modificati e il processo di riciclaggio dei rifiuti deve essere migliorato. In questo modo saremo in grado di ridurre la pressione sulle scarse risorse naturali a disposizione, aiutando i cittadini a diminuire le proprie spese in materia di consumi energetici e la loro impronta ecologica. Combatteremo la precarietà energetica e garantiremo un accesso minimo all’energia per tutti.
10. Promuovere il ruolo dell’Europa nel mondo
L’Unione europea è chiamata a svolgere il ruolo di alfiere dei principi fondamentali di democrazia, pace e rispetto per i diritti umani, compresi i diritti delle donne e dei bambini. In un mondo sempre più globalizzato e in continuo cambiamento, caratterizzato da conflitti e crescenti disuguaglianze, l’Europa deve agire da attore globale. Per rispondere alle sfide comuni è necessario costruire alleanze solide. Vogliamo che l’Europa svolga un ruolo di primo piano e sia dotata degli strumenti adatti a promuovere la pace, la democrazia e la prosperità condivisa in tutto il mondo. L’Europa deve unire le proprie risorse in termini di difesa, sviluppo, commercio e diplomazia per massimizzare gli effetti positivi della sua politica estera. L’UE è chiamata a promuovere con efficacia la pace al di fuori dei propri confini e la cooperazione in materia di difesa. Dobbiamo sostenere coloro che si battono per la democrazia, la giustizia sociale, la non discriminazione e la libertà da ogni forma di occupazione in ogni angolo del mondo. Sosterremo il Partenariato orientale come strumento fondamentale per avvicinare i paesi all’Unione e promuoveremo dei rapporti forti con la regione mediterranea. Siamo chiamati a sostenere l’allargamento dell’Unione. È necessario che i diritti fondamentali e i valori europei continuino ad essere inequivocabilmente rispettati in qualsiasi adesione futura. Dobbiamo lottare contro gli squilibri mondiali e la povertà promuovendo una coerenza delle politiche per lo sviluppo e il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio e di quelli previsti dall’agenda delle Nazioni Unite per il post-2015.
Con questi 10 progetti, noi Socialisti, Socialdemocratici, Laburisti, Democratici e Progressisti cambieremo l’Europa nei prossimi 5 anni. Contiamo sul tuo voto e ci impegniamo ad agire instancabilmente per tuo conto. Insieme cambieremo l’Europa.Schulz Martin  Caronna 2_face0
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Testo integrale dell’appello promosso da quasi duecento esperti di diritto costituzionale, in vista del referendum di ottobre (a cura di Ermanno Tarozzi

Dopo anni e anni di sforzi vani, il Parlamento della XVII legislatura è riuscito a varare con una larga maggioranza – quasi il sessanta per cento dei componenti di ciascuna Camera in ognuna delle sei letture – una riforma costituzionale che affronta efficacemente alcune fra le maggiori emergenze istituzionali del nostro Paese. L’iter della riforma è durato oltre due anni, è passato per sei letture, tre per ciascuna Camera, con quasi seimila votazioni e l’approvazione di centinaia di emendamenti.

Il testo modifica molti articoli della Costituzione, ma non la stravolge. Riflette anzi una continuità con le più accorte proposte di riforma in discussione da decenni e, nel caso del Senato, col modello originario dei Costituenti e poi abbandonato a favore del bicameralismo paritario impostosi per ragioni prudenziali dopo lo scoppio della Guerra fredda. Il testo, con le modifiche che il Parlamento ha voluto, si ispira inoltre direttamente alle proposte della Commissione per le riforme costituzionale istituita dal Governo Letta nel 2013, che rispecchiavano l’opinione largamente maggioritaria fra gli studiosi di ogni orientamento che presero parte a quella Commissione.

Nel progetto non c’è forse tutto, ma c’è molto di quel che serve, e non da oggi. Si riporta solo un breve elenco, a titolo ricognitivo.

1. Viene superato l’anacronistico bicameralismo paritario indifferenziato, con la previsione di un rapporto fiduciario esclusivo fra Camera dei deputati e Governo. Pregio principale della riforma, il nuovo Senato delinea un modello di rappresentanza al centro delle istituzioni locali. E’ l’unica ragione che oggi possa giustificare la presenza di due Camere. Ed è una soluzione coerente col ridisegno dei rapporti fra Stato-Regioni. Ne trarrà vantaggio sia il rapporto fiduciario fra Governo e Parlamento, che rimane in capo alla sola Camera dei deputati, superando così i problemi derivanti da sistemi elettorali diversi, sia l’iter di approvazione delle leggi.

2. I procedimenti legislativi vengono articolati in due modelli principali, a seconda che si tratti di revisione costituzionale o di leggi di attuazione dei congegni di raccordo fra Stato e autonomie, dove Camera e Senato approvano i testi su basi paritarie, mentre si prevede in generale una prevalenza della Camera politica, permettendo al Senato la possibilità di richiamare tutte le leggi, impedendo eventuali colpi di mano della maggioranza, ma lasciando comunque alla Camera l’ultima parola. La questione della complicazione del procedimento legislativo non va sopravvalutata, poiché non appare diversa la situazione di tutti gli Stati composti: in ogni caso, e di nuovo in continuità con le esperienze comparate, la riforma prevede la prevalenza della Camera politica.

3. La riforma del Titolo V della Costituzione ridefinisce i rapporti fra lo Stato e Regioni nel solco della giurisprudenza costituzionale successiva alla riforma del 2001, con conseguente incremento delle materie di competenza statale. Nello stesso tempo la riforma tipizza materie proprie di competenza regionale, cui corrispondono in gran parte leggi statali limitate alla fissazione di “disposizioni generali e comuni”. Per la prima volta, non si assiste ad un aumento dei poteri del sistema regionale e locale, bensì ad una loro razionalizzazione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del paese. La soppressione della legislazione concorrente serve a razionalizzare in un’ottica duale il riparto delle materie e comporta di per sé una riallocazione naturale allo stato o alle regioni della competenza a disciplinare, rispettivamente, i principi fondamentali e le norme di dettaglio che già spettava ad ognuno di essi. Inoltre, l’impianto autonomistico delineato dall’art. 5 della Costituzione non viene messo in discussione perché la riforma pone le premesse per un regionalismo collaborativo più maturo, di cui la Camera delle autonomie territoriali costituirà un tassello essenziale. Con la riforma, peraltro, non viene meno il principio di sussidiarietà e dunque la dimensione di una amministrazione più vicina al cittadino rimarrà uno dei principi ispiratori della Costituzione.

4. I poteri normativi del governo vengono riequilibrati, con una serie di più stringenti limiti alla decretazione d’urgenza introdotti direttamente nell’articolo 77 della Costituzione, per evitare l’impiego elevato che si è registrato nel corso degli ultimi anni e la garanzia, al contempo, di avere una risposta parlamentare in tempi certi alle principali iniziative governative tramite il riconoscimento di una corsia preferenziale e la fissazione di un periodo massimo di settanta giorni entro cui il procedimento deve concludersi.

5. Il sistema delle garanzie viene significativamente potenziato: il rilancio degli istituti di democrazia diretta, con l’iniziativa popolare delle leggi e il referendum abrogativo rafforzati, con l’introduzione di quello propositivo e d’indirizzo per la prima volta in Costituzione; il ricorso diretto alla Corte sulla legge elettorale, strumento che potrà essere utilizzato anche sulla nuova legge elettorale appena approvata; un quorum più alto per eleggere il Presidente della Repubblica. Del resto i contrappesi al binomio maggioranza-governo sono forti e solidi nel nostro paese: dal ruolo della magistratura, a quelli parimenti incisivi della Corte costituzionale e del capo dello Stato, a un mondo associativo attivo e dinamico, a un’informazione pluralista.

6. Viene operata una decisa semplificazione istituzionale, attraverso l’abolizione del Cnel e la soppressione di qualsiasi riferimento alle province quali enti costitutivi della Repubblica.

7. Infine, lo sforzo per ridurre o contenere alcuni costi della politica è significativo: 220 parlamentari in meno (i senatori sono anche consiglieri regionali o sindaci, per cui la loro indennità resta quella dell’ente che rappresentano); un tetto all’indennità dei consiglieri regionali, parametrata a quello dei sindaci delle città grandi; il divieto per i consigli regionali di finanziare senza controlli i gruppi consiliari; e, senza che si debba aspettare la prossima legislatura, parimenti alle novità precedenti, la fusione degli uffici delle due Camere e il ruolo unico del loro personale.

Il testo non è, né potrebbe essere, privo di difetti e discrasie, ma non ci sono scelte gravemente sbagliate (per esempio in materia di forma di governo: l’Italia rimane una repubblica parlamentare!) o antidemocratiche. A quanti, come noi, sono giustamente affezionati alla Carta del 1948, esprimiamo invece la convinzione che – intervenendo solo sulla parte organizzativa della Costituzione e rispettando ogni virgola della parte prima – la riforma potrà perseguire meglio quei principi che sono oramai patrimonio comune di tutti gli italiani. Si tratta ora però di raccogliere le sfide di una competizione europea e globale che richiede istituzioni più efficaci, più semplici, più stabili.

Per tutte queste ragioni di metodo e di merito noi siamo convinti che la grande discussione nazionale che si apre in queste settimane e che continuerà fino alla vigilia della consultazione referendaria potrà persuadere i cittadini italiani della bontà della riforma approvata con coraggio dal Parlamento e della sua utilità per il miglior governo del Paese. Il sì potrà garantire meglio di qualsiasi altra scelta tutto questo.

Leggi il testo completo del manifesto “Le ragioni del Sì”

Firmatari:

1. Andò Salvatore (Enna Kore)

2. Arconzo Giuseppe (Milano Statale)

3. Baldini Gianfranco (Bologna)

4. Barbara Malaisi (Macerata)

5. Barbisan Benedetta (Macerata)

6. Bardi Luciano (Pisa)

7. Bariatti Stefania (Milano Statale)

8. Bartolini Antonio (Perugia)

9. Bassanini Franco (Astrid/Roma La Sapienza)

10. Bassu Carla (Sassari)

11. Bertolino Cristina (Torino)

12. Bettiol Rodolfo (Padova)

13. Bifulco Raffaele (Luiss)

14. Bilancia Paola (Milano Statale)

15. Bin Roberto (Ferrara)

16. Bindi Elena (Siena)

17. Bologna Chiara (Bologna),

18. Bordignon Massimo (Milano Cattolica)

19. Boria Pietro (Roma La Sapienza)

20. Bottari Carlo (Bologna)

21. Brunazzo Marco (Trento)

22. Bruscardi Emiliano (Firenze)

23. Caielli Mia (Torino)

24. Calise Mauro (Napoli Federico II)

25. Calzolaio Simone (Macerata)

26. Camerlengo Quirino (Pavia)

27. Cammelli Marco (Bologna)

28. Campione Vittorio (Astrid)

29. Caravale Giulia (Roma La Sapienza)

30. Caravita di Toritto Beniamino (Roma La Sapienza)

31. Carboni Giuliana Giuseppina (Sassari)

32. Carli Massimo (Firenze)

33. Carrozza Paolo (Pisa Sant’Anna)

34. Caruso Corrado (Bologna)

35. Cassetti Luisa (Perugia)

36. Castelli Luca (Perugia)

37. Catelani Elisabetta (Pisa)

38. Caviglia Daniele (Roma Unint)

39. Cavino Massimo (Piemonte orientale)

40. Ceccanti Stefano (Roma La Sapienza)

41. Cecchetti Marcello (Sassari)

42. Cerulli Irelli Vincenzo (Roma La Sapienza)

43. Cester Carlo (Padova)

44. Chimenti Anna (Foggia)

45. Chiti Mario Pilade (Firenze)

46. Ciarlo Pietro (Cagliari)

47. Clementi Francesco (Perugia)

48. Cognetti Stefano (Macerata)

49. Conti Gian Luca (Pisa)

50. Cordini Giovanni (Pavia)

51. Costanzo Pasquale (Genova)

52. Cuocolo Lorenzo (Milano Bocconi)

53. Curreri Salvatore (Enna Kore)

54. Curti Gialdino Carlo (Roma La Sapienza)

55. D’Amico Giacomo (Messina)

56. D’Amico Marilisa (Milano Statale)

57. D’Andrea Luigi (Messina)

58. D’Alessio Gianfranco (Roma tre)

59. De Acutis Maurizio (Padova)

60. De Bernardi Alberto (Bologna)

61. De Cesare Gianclaudio (Firenze)

62. Del Re Andrea (Firenze)

63. Demuro Gianmario (Cagliari)

64. Di Folco Marco (Roma Tor Vergata)

65. Di Maria Roberto (Enna Kore)

66. Di Nuoscio Enzo (Molise)

67. Di Plinio Giampiero (Pescara)

68. Diotallevi Luca (Roma tre)

69. Donati Filippo (Firenze)

70. Elefante Fabio (Roma La Sapienza)

71. Fabbrini Sergio (Roma Luiss)

72. Fabrizzi Federica (Roma Unint)

73. Fasano Luciano (Milano Statale)

74. Fede Fabio (Camerino)

75. Ferioli Elena (Bologna)

76. Ferrara Antonio (Cnr)

77. Flamini Antonio (Camerino)

78. Flores d’Arcais Marcello (Siena)

79. Francesco Pizzetti (Torino)

80. Franchini Claudio (Roma Tor Vergata)

81. Frosini Justin (Milano Bocconi)

82. Frosini Tommaso Edoardo (Napoli Suor Orsola Benincasa)

83. Furlan Federico (Milano Bicocca)

84. Fusaro Arianna (Padova)

85. Fusaro Carlo (Firenze)

86. Galetta Diana Urania (Milano Statale)

87. Gallo Carlo Emanuele (Torino)

88. Genta Tervanasio Enrico (Torino)

89. Gerotto Sergio (Padova)

90. Ghera Federico (Foggia)

91. Giuffré Felice (Catania)

92. Giupponi Francesco Tomaso (Bologna)

93. Grisolia Maria Cristina (Firenze)

94. Groppi Tania (Siena)

95. Grottanelli de’ Santi Giovanni (Siena)

96. Guidi Guido (Urbino)

97. La Spina Antonio (Roma Luiss)

98. Leone Stefania (Milano Statale)

99. Lepore Amedeo(Napoli Sun)

100. Lippolis Vincenzo (Unint)

101. Longo Andrea (Roma La Sapienza)

102. Macrì Gianfranco (Salerno)

103. Malgeri Francesco (Roma La Sapienza)

104. Malgeri Giampaolo (Roma Lumsa)

105. Mancina Claudia (Roma La Sapienza)

106. Mancini Susanna (Bologna)

107. Mannoni Stefano (Firenze)

108. Marazzita Giuseppe (Teramo)

109. Marchi Michele (Bologna)

110. Marconi Pio (Roma La Sapienza)

111. Martinelli Alberto (Milano Statale)

112. Martinelli Claudio (Milano Bicocca)

113. Massari Oreste (Roma La Sapienza)

114. Mastromarino Anna (Torino)

115. Mattarolo Maria Giovanna (Padova)

116. Mayer Marco (Roma Link Campus)

117. Melis Guido (Roma La Sapienza)

118. Mengozzi Marta (Roma Tor Vergata)

119. Meoli Chiara (Roma Unitelma Sapienza)

120. Messori Marcello (Roma Luiss)

121. Mezzetti Luca (Bologna)

122. Miccù Roberto (Roma La Sapienza)

123. Morini Mara (Genova)

124. Morisi Massimo (Firenze)

125. Morlino Leonardo (Roma Luiss)

126. Morosini Francesco (Venezia)

127. Morrone Andrea (Bologna)

128. Mosca Emanuela (Lecce)

129. Moscarini Anna (Tuscia)

130. Natalini Alessandro (Napoli Partenope)

131. Nicotra Ida (Catania)

132. Olivetti Marco (Roma Lumsa)

133. Oliviero Maurizio (Perugia)

134. Palici di Suni Elisabetta (Torino)

135. Pandolfo Angelo (Roma La Sapienza)

136. Panebianco Angelo (Bologna)

137. Pasini Nicola (Milano Statale)

138. Pasquino Pasquale (New York University)

139. Passarelli Gianluca (Roma La Sapienza)

140. Pescara Renato (Padova)

141. Petretto Alessandro (Firenze)

142. Petrillo Pierluigi (Roma Unitelma Sapienza)

143. Piciacchia Paola (Roma La Sapienza)

144. Pignatelli Nicola (Bari)

145. Pinto Ferdinando (Napoli Federico II)

146. Pinelli Cesare (Roma La Sapienza)

147. Pisaneschi Andrea (Siena)

148. Pizzorno Stefano (Avvocatura dello stato)

149. Plutino Marco (Cassino)

150. Poggi Anna Maria (Torino)

151. Police Aristide (Roma Tor Vergata)

152. Pollicino Oreste (Milano Bocconi)

153. Pombeni Paolo (Bologna)

154. Puccini Giusto (Firenze)

155. Raffiotta Edoardo Carlo (Bologna)

156. Raniolo Francesco (Calabria)

157. Razzano Giovanna (Roma La Sapienza)

158. Ricciardi Mario (Milano Statale)

159. Ridola Paolo (Roma La Sapienza)

160. Rinella Angelo (Roma Lumsa)

161. Rosa Francesca (Foggia)

162. Rossi Lucia Serena (Bologna)

163. Salvati Michele (Milano Statale)

164. Salerno Giulio Maria (Macerata)

165. Schillaci Angelo (Roma La Sapienza)

166. Sciortino Antonella (Palermo)

167. Scuto Filippo (Milano Statale)

168. Serricchio Fabio (Molise)

169. Somaini Eugenio (Parma)

170. Sterpa Alessandro (Tuscia)

171. Tabellini Guido (Milano Bocconi)

172. Tega Diletta (Bologna)

173. Tessitore Fulvio (Napoli Federico II)

174. Torchia Luisa (Roma Tre)

175. Traina Duccio (Firenze)

176. Traversa Silvio (Consiglio di Stato/Isle)

177. Treu Tiziano (Milano Cattolica)

178. Triggiani Ennio (Bari)

179. Tronconi Filippo (Bologna)

180. Ungari Andrea (Roma Guglielmo Marconi)

181. Urbani Paolo (Roma Luiss)

182. Vandelli Luciano (Bologna)

183. Vassallo Salvatore (Bologna)

184. Verde Giuseppe (Palermo)

185. Vespaziani Alberto (Molise)

186. Vesperini Giulio (Tuscia)

187. Vigevani Giulio Enea (Milano Bicocca)

188. Viglione Filippo (Padova)

189. Vigneri Adriana (Venezia)

190. Violini Lorenza (Milano Statale)

191. Zaccaria Giuseppe (Padova)

192. Zatti Paolo (Padova)

193. Zwilling Carolin (Bolzano)

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L’Emilia-Romagna rafforza il proprio ‘no’ a tutte le mafie e alla criminalità organizzata attraverso il Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili (Progetto di legge segnalato da Simonetta Saliera)

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l via libera in Assemblea legislativa al progetto di legge della Giunta. Il Testo – 49 articoli rispetto ai 170 complessivi delle norme precedenti – riordina le misure esistenti e introduce innovazioni per promuovere la cultura della legalità, contrasto a usura e racket, controlli sugli appalti, tutela occupazionale in aziende colpite da provvedimenti giudiziari, sicurezza sul lavoro, azioni per il recupero di immobili e attività sottoposte a sequestro, azioni di prevenzione e contrasto della corruzione. Divieto di installare apparecchi per il gioco d’azzardo entro una distanza di 500 metri da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto.
L’Emilia-Romagna rafforza il proprio ‘no’ a tutte le mafie e alla criminalità organizzata attraverso il Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili, progetto di legge approvato oggi dall’Assemblea legislativa regionale. Nei 49 articoli del provvedimento – una forte semplificazione normativa rispetto ai 170…

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L’Emilia-Romagna rafforza il proprio ‘no’ a tutte le mafie e alla criminalità organizzata attraverso il Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili (Progetto di legge segnalato da Simonetta Saliera)

l via libera in Assemblea legislativa al progetto di legge della Giunta. Il Testo – 49 articoli rispetto ai 170 complessivi delle norme precedenti – riordina le misure esistenti e intro…

Sorgente: L’Emilia-Romagna rafforza il proprio ‘no’ a tutte le mafie e alla criminalità organizzata attraverso il Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili (Progetto di legge segnalato da Simonetta Saliera)

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E’ stata scelta Bologna come sede per la 50esima marcia per la pace organizzata da Pax Christi e in programma il prossimo 30 dicembre.

E’ stata scelta Bologna come sede per la 50esima marcia per la pace organizzata da Pax Christi e in programma il prossimo 30 dicembre. “Siamo molto contenti per la notizia”, sorri…

Sorgente: E’ stata scelta Bologna come sede per la 50esima marcia per la pace organizzata da Pax Christi e in programma il prossimo 30 dicembre.

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